The Witches are back! Hocus Pocus 2 recensione
I sequel sono ormai all’ordine del giorno. E con questa premessa apro questa recensione, su uno dei film a me più cari. Essendo dei millennial cresciuta a Disney e Co, quando leggo e vedo le produzioni REBBOT, dei film cult della mia generazione 90, mi metto in allerta. Poiché ho “pagato” sulla mia pelle l’esito del dover ricreare a tutti i costi pellicole ormai datate, con l’intenzione di acquisire ed integrare le nuove generazioni, fregandosene di ciò che è stato il passato delle vecchie. Un piccolo insulto per noi, che non ci lamentiamo mica dei cartoni e dei film con la quale siamo cresciuti.
Ai miei tempi, la censura non era così accentuata. Ai miei tempi, non c’era nessun bisogno di spiegare cosa fosse giusto o sbagliato, o la necessità di rendere tutti inequivocabilmente dei buoni, per addolcire la pillola, e non farci venir su male. (NOI VECCHI!) Siamo cresciuti bene, nonostante le principesse avessero sempre bisogno del principe per sopravvivere, e le matrigne fossero sempre cattive. Siamo cresciuti bene, anche se erano tempi diversi. Tuttavia oggi come oggi, molti capolavori sono stati rovinati da quel voler a tutti i costi trasportare il vecchio nel nuovo. Sgretolare il dubbio, far notare alcune cose che un bambino neanche vede. Con qualche eccezione, raramente le nuove pellicole riescono a raggiungere le aspettative designate dallo spettatore affezionato. Il caso di Hocus Pocus poi, è eccezionale di suo. Personalmente, sono ventiquattro anni che aspetto questo film. Anche se l’originale è uscito nel 1993, e io l’ho visto solo nel 1998.
Per tanto era terrorizzata dal vederlo. Perché la paura della rovina era dietro l’angolo. Dopo tutto, era un’operazione particolarmente difficile, e questa consapevolezza, la regista Anne Fletcher l’aveva, – fortunatamente. Si è lanciata in questa impresa impossibile, per mettere in piedi un film che potesse lanciare di nuovo l’incantesimo dell’originale, rimescolandone gli ingredienti per rimaner fedele all’approccio narrativo e tematico, contando sul supporto delle stesse protagoniste degli anni ’90, ovvero Bette Midler, Sarah Jessica Parker e Kathy Najimy nei panni delle sorelle Sanderson, Winnifred, Sarah e Mary. E, come vedremo in questa mia recensione personale di Hocus Pocus 2, tutto sommato ci è riuscita, regalandomi un’altra potenziale tradizione per il periodo di Halloween! Ma non spezzando comunque l’incantesimo dell’originale.
Ed è proprio con un piccolo recap del primo che voglio cominciare.
Salem 1963
Le tre sorelle Sanderson adescano una bambina (Emily Binks) e la conducono nella loro casa nel bosco per “risucchiarle la linfa vitale” e ringiovanire. Nel tentativo di salvare la sorella, Tuchery Binx viene trasformato dalle streghe in un gatto.
Le tre sorelle, scoperte dai cittadini del villaggio, vengono impiccate, ma non prima che il caro LIBRO di Winnifred riveli una maledizione.
Sciocchi! Tutti quanti! È il mio scellerato libro che vi parla! Alla vigilia di Ognissanti, quando la Luna sarà un cerchio nel cielo, una creatura vergine ci riporterà su questa terra! Torneremo qua giù e le vite di tutti i vostri figli saranno mie!”
Le streghe muoiono, ma da allora, un gatto nero sorveglia casa Sanderson.
Salem 1993, I Dannyson si trasferiscono a Salem, da Los Angels.
Max, il fratello maggiore di Dany, (unica bambina protagonista della pellicola), pensa che quella delle sorelle Sanderson sia solo una favola per spaventare i bambini ad Halloween. Per convincersi, Max viene accompagnato a casa Sanderson da Allison (compagna di scuola) e da Dany, (la sorella). Ancora convinto che sia tutta una fandonia, Max accende una candela REALIZZATA con il grasso di un condannato a morte, chiamata CANDELA DALLA fiamma nera. Proprio perché si dice possa riportare in vita i morti nella vigilia di ogni Santi. E così, la fiamma si accende e le tre megere fanno ritorno a Salem dopo trecento anni.
“Sono solo tre vecchie megere nel ventesimo secolo! Che male possono fare?”
Molto!
Max Dannison e Tuchery Binx
Hocus Pocus ha un climax molto Hallowen. Ed è molto lineare con l’ambientazione Salem. Pochi colori vivaci, e tante scene che oggi, evidentemente, vengono ritenute non adatta ai bambini. Tipo: la scena dell’impiccagione, dove si vedono i piedi penzolanti delle streghe. Quelle dei racconti macabri come i muri realizzati con le ossa dei bambini rapiti dalle sorelle. Il racconto in cui si scopre chi era Billy Butcherson l’amante di Winnifried a cui lei ha cucito la bocca con ago e filo.
E si scopre tramite il gatto Binx, ancora vivo, e in attesa delle tre streghe per ucciderle.
Racconti di paura, in linea con la trama del film, che la me bambina di otto anni, non ha mai percepito come problema. Era un film Disney, che raccontava di tre streghe molto cattive.
Passando alle scene davvero CULT, SICURAMENTE spiccano nel tempo QUELLE musicali, COME LITTLE CILDREN, e I put a Spell on you, che è diventata iconica. Queste canzoni cantate dalle sorelle, nel film originale erano simbolo della loro malvagità. Il loro modo di lanciare incantesimi. E si percepiva perché i tre adolescenti protagonisti della storia tentano di fuggire dallo zombi con la bocca cucita, e dal maleficio che le streghe stanno lanciando agli adulti di Salem. Adulti credibili, eh! Non fantocci gentili, stereotipati al massimo.
Detto questo, tra zombi resuscitati e cimiteri spettrali, i tre + il gatto, riescono sconfiggere le streghe, e a spezzare la maledizione.
Una pellicola semplice, con una trama lineare e personaggi credibili nei loro ruoli di buoni e di cattivi.
IL NUOVO FILM, invice: ATTENZIONE SPOILER!
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.ESCE DOPO 29 ANNI DAL PRIMO.
Riparte da Salem nel 1653.
Le sorelle Sanderson sono ancora adolescenti, e Winifred che manifesta un accentuata volontà a non volersi piegare alle decisioni degli uomini e della chiesa, viene accusata (non di stregoneria, anche se sarebbe stato più attendibile) e fugge assieme alle sorelle nel bosco, con l’intento di restare unite. Qui la scena ha un primo spaccato stilistico, poiché A: viene inserito nel contesto storico dettagliatissimo e credibile, un personaggio vestito in modo troppo moderno per l’epoca. UNA NUOVA STREGA. E B: Il filo narrativo originale cambia. Winifred non riceve il LIBRO RIVESTITO DI PELLE UMANA dal Diavolo, ma da un’altra strega che vede in lei il suo potenziale e la sua forza di volontà. Questo primo step, è il preludio di buonismo che poco calza alle tre sorelle. Così come al resto della pellicola per esser davvero in linea con l’originale.
Scopriamo con questo intro (che tutto sommato prende bene, ma pensandoci su è la MUSICA ORIGINALE a creare la magia) come Winifred e le sue sorelle, ottengono i poteri, e il LIBRO.
La scena si sposta così a SALEM 2022.
Protagoniste di questo nuovo film sono due adolescenti – la terza compare verso la fine – alle prese con le loro tradizioni di compleanno e di Halloween. Becca che sta per compiere sedici anni, si reca presso il museo delle magie, un tempo casa delle sorelle Sanderson, assieme alla sua amica Cassie. (I FATTO CHE SIA LA CASA DELLE SORELLE, LO CAPISCE SOLO CHI HA VISTO IL PRIMO FILM).
Anche qui entra in scena un nuovo personaggio, che da amante delle sorelle, e della magia, le consegna una candela magica per il suo compleanno e rivela che molte streghe acuiscono i loro poteri proprio a sedici anni, ed una vecchia comparsa per scuotere gli animi. UN GATTO NERO, che non parla.
(QUINDI CHI NON HA VISTO IL PRIMO FILM NON POTRA’ MAI CAPIRE IL VERO SENSO DELLA PRESENZA DI QUEL GATTO. Né EMPATIZZARE SULLA SCENA).
Andando avanti…
Le due si recano nella foresta e ovviamente accendono la candela. E wolà, LE STREGHE SONO TORNATE.
Questa volta però non per mangiare bambini di Salem e restare per sempre giovani. Anche se l’ossessione c’è ancora. (Scena comica in arrivo).
L’intento di Winifred infatti, e compiere un incantesimo che la trasformi nella strega più potente, così da poter restare in vita per sempre.
Imprigionate le ragazze, e assoldato il custode del museo per cercare tutti gli ingredienti per l’incantesimo, compresa la testa di un amato (BILLY BUTCHERSON lo zombi), le tre sorelle vanno in cerca di sangue, l’ultimo elemento della ricetta per completare la loro magia. E così, eccole nel ventesimo secolo, di nuovo! Alla ricerca del padre della terza ragazza di nome Emily.
Tra scene esilaranti e flash moob che sì, mi sono piaciuti, il film giunge alla fine, (che non vi dirò) toccando il tasto vecchio/nuovo di nuovo, e giocando così su tutte quelle emozioni già vissute. Peccato non sia nella fine davvero azzeccato.
Per i miei gusti, ho trovato tutto troppo buono. I cattivi non cattivi, gli adulti poco adulti.
Non ho sentito alcuna traccia di paura, e cattiveria nell’aria.
E questo forse il punto nì del film. In fin dei conti le tre attrici sembrano non esser mai uscite da quei costumi, eppure l’intera pellicola fa un pò troppo DISNEIANA OGGI, e poco Disneyana di IERI.
Se solo il gatto avesse parlato, e la scena fosse stata un po’ più credibile nel filo narrativo, cercando di tenere anche i colori più naturali, non avrei avuto quel pizzico di amaro in bocca che tuttavia mi aspettavo.
Per quel che mi riguarda, HOCUS POCUS DUE non sarà mai al pari del Primo.
Ma apprezzo lo sforzo, e promuovo comunque il film, che è riuscito nel suo intento. Quello di rievocare uno dei momenti più magici della mia infanzia.
IL MAGONE, VINCE SEMPRE! MA PER FORTUNA, C’è SEMPRE IL PRIMO DA GUARDARE E RIGUARDARE PER ANCORA TANTI ANNI!