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Come avrete dedotto, oggi: I LIBRI FONDAMENTALI CHE UN LETTORE DEVE AVERE NELLO SCAFFALE.
Ci sono libri che prima o poi, nella vita, un lettore deve per forza leggere. Libri che hanno fatto la storia della letteratura mondiale, che non si possono proprio ignorare. Sia per cultura, che per semplice curiosità.
Ovviamente, parliamo di libri destinati ad un pubblico adulto per via del peso emotivo e psicologico che hanno. Parlandoci chiaro, ad un adolescente, Stendahl non lo consiglierei mai. E non credo serve spiegare il perché…
Nella mia vita da lettrice mi sono avvicinata ai grandi romanzi in età giovanissima. Quando ancora la mia mente non era abbastanza sviluppata da poter comprendere realmente la portata e il messaggio di determinati testi. Mi piaceva, per lo più, la prosa. Masticavo le parole, senza caprine a pieno il senso. Ne davo uno tutto mio, errato senza dubbio,e comunque non oggettivo.
Per tale ragione, giunta alla soglia dei 30, mi sto preparando a riprendere in mano alcuni dei testi – fondamentali – della letteratura mondiale con l’intento di rileggerli.
L’ordine dei romanzi è casuale. Non so ancora da quale di questi ripartirò, ma ve lo farò senz’altro sapere su IG. Nel frattempo, iniziamo con:
GENTE DI DUBLINO DI JAMES JOYCE
Un capitolo della storia morale d’Irlanda: secondo la definizione di Joyce, “Gente di Dublino” (1914) è la spietata e nichilista radiografia di una città, del suo ambiente e dei suoi abitanti in quindici racconti brevi, quindici schizzi esistenziali che hanno per protagonisti i “reietti dal banchetto della vita”. Storie in equilibrio fra elemento realistico e simbolico, che mescolano angoscia e disperazione. Epifanie, rivelazioni di una verità tragica, ma anche comica, che hanno odore “di cenere, di erbe macerate e di immondizia”. Un libro che Joyce ha rigorosamente architettato sullo schema che sarà proprio di tutte le sue opere maggiori, da “Ulisse” a “Finnegans Wake”: la vita dell’uomo, dell’intera umanità.
INFINITE JEST DI DAVID FOSTER
Il libro
«Può darsi che vi giunga nuova, ma nella vita c’è di piú che starsene seduti a stabilire contatti».
In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l’intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione. Finché sulla scena irrompe un misterioso film, Infinite Jest, cosí appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio se non quello di guardarne le immagini all’infinito, fino alla morte. Nella caccia che si scatena attorno a questa che è la droga perfetta finiscono coinvolti i residenti di una casa di recupero per tossicodipendenti e gli studenti di un’Accademia del Tennis; e ancora imbroglioni, travestiti, artisti falliti, giocatori di football professionistico, medici, bibliofili, studiosi di cinema, cospiratori.
LA FIGLIA DEL CAPITANO DI ALEKSANDR PUSKIN
Il sedicenne Petr Andreevi Grinev viene inviato dal padre a prestare il servizio militare a Orenburg, insieme al suo servitore Savelfi. Durante il viaggio sono sorpresi da una tormenta e salvati da un uomo che li conduce a una locanda. I due riescono poi a raggiungere la fortezza di Belogorsk, dove fanno la conoscenza del comandante Kuzfimi, di sua moglie, della loro figlia Mar’ja e del giovane ufficiale Vabrin. Tra Petr e quest’ultimo sorge subito una forte antipatia, in quanto entrambi sono innamorati di Mar’ja, e si sfidano a duello. Petr rimane ferito e, durante la sua convalescenza, la ragazza gli confessa di amarlo, nonostante suo padre sia contrario al loro matrimonio. La fortezza viene poi assediata dai cosacchi ribelli guidati dal terribile e sanguinario Pugaev, nel quale Savelfi riconoscerà l’uomo che li aveva salvati dalla tormenta… Nel capolavoro di Puskin, scritto nel 1836 e divenuto un classico della letteratura russa dell’Ottocento, si assiste alla crescita e alla maturazione del giovane Petr Andreevi. Grinev, che nel suo percorso di formazione diventerà un uomo e un ufficiale valoroso, pronto a difendere con ogni mezzo la donna che ama. Un romanzo ricco di azione e colpi di scena, ma allo stesso tempo un libro romantico, che rievoca antiche atmosfere e tutto il fascino della Russia di Caterina la Grande.
Il dottor Živago di Boris Pasternak
Le vicende di un medico travolto dall’impatto della rivoluzione russa e dalla successiva vacuità spirituale in cui precipita il suo paese. Questo, in estrema sintesi, il contenuto di un romanzo che valse a Boris Pasternak il Nobel per la letteratura nel 1958 e l’ammirazione di critica e lettori.
ANNA KARENINA DI LEV TOLSTOJ
Il romanzo racconta la tragica passione che una elegante e tormentata dama dell’aristocrazia russa, sposata senza amore a un alto funzionario dell’apparato statale, prova per il fascinoso ma superficiale conte Vronskij. Attorno a questo nucleo si muovono altre figure e altre vicende, tra cui l’amore soddisfatto di Lévin e di Kitty, felice soluzione al problema morale che inquietava allora Tolstòj. Sullo sfondo di una grandiosa pittura d’ambiente – i salotti aristocratici di Mosca e Pietroburgo, la quieta campagna russa – e di un attento studio psicologico dei caratteri, Tolstòj costruisce quella che a molti lettori, Dostoevskij per primo, è parsa come “l’opera d’arte assolutamente perfetta”. Con uno scritto di Vladimir Nabokov. Introduzione, cronologia e bibliografia di Igor Sibaldi.
GUERRA E PACE DI LEV TOLSTOJ
La piú autentica epopea narrativa della letteratura moderna. Sullo sfondo della crisi europea degli inizi dell’Ottocento, si intrecciano le vicende dei membri di due famiglie dell’alta nobiltà russa, i Bolkonskij e i Rostov, fra i quali emergono le figure di Nataša Rostova, Andrej Bolkonskij e Pierre Bezuchov. Tolstoj accompagna i tre protagonisti, simboli dell’armonia del mondo, attraverso balli, battaglie, matrimoni, morti, partecipando direttamente alle loro inquietudini e dando voce ai moti interiori del cuore.
RACCONTI DI PIETROBURGO DI NIKOLAJ GOGOL’
Nei racconti del ciclo pietroburghese la capitale (che all’ucraino Gogol’ appare come una città non russa, splendida facciata di un edificio ormai in rovina dove si conduce una vita vuota, esteriore, alienata) si fa al tempo stesso scenario grottesco e sinistro burattinaio di quella “vita vegetativa” verso la quale lo scrittore si sentì sempre attirato, in un duplice atteggiamento di compiacimento partecipe e di beffarda ironia. Il naso, Il ritratto, Il mantello: i racconti più famosi dello scrittore russo. Un barbiere trova un naso nel panino che sta mangiando; un impiegato mite e solitario viene derubato del mantello nuovo e sarà vendicato dal suo fantasma; un uomo solo scrive un diario di fatti e date impossibili… Maestro del realismo fantastico, Gogol’ reinventa la vita e ne rovescia il senso in una scrittura vivacissima, di pirotecnica originalità.